Rieletto presidente della Toscana, Eugenio Giani sta valutando se togliere la delega alla caccia da quelle che fanno capo all’assessorato all’Agricoltura.
Si sapeva che la decisione d’estendere la coalizione progressista all’Alleanza Verdi-Sinistra e al Movimento 5 Stelle avrebbe rischiato di provocare qualche frizione tra il mondo venatorio ed Eugenio Giani, che rieletto alla presidenza della Toscana («vuole evitare di scontentare i cacciatori, che ha incontrato in campagna elettorale» scrive Ernesto Ferrara su Repubblica di oggi) sta valutando di togliere la delega alla caccia da quelle in carico all’assessorato all’Agricoltura: il profilo designato, infatti, è quello d’Alberto Lenzi, sindaco di Fauglia (Pi), esponente d’Avs.
La soluzione più semplice consisterebbe nell’assegnare la delega all’assessore all’Ambiente, per il quale però è forte il nome di David Barontini, del Movimento 5 Stelle.
È una delle ragioni – non la sola: pesano anche i dissidi interni al Partito democratico, spaccato tra la maggioranza schleiniana e la minoranza riformista, e le rivendicazioni geografiche – per cui della nuova giunta Giani ha ufficializzato i componenti, ma ancora non le deleghe.
Per quella alla caccia, se davvero uscirà dalle competenze dell’assessore all’Agricoltura, restano aperte due ipotesi: se non l’assegnerà a uno degli assessori in quota Pd (sono cinque) o a Cristina Manetti, di Casa riformista, Giani potrebbe tenerla per sé, eventualmente nominando un consigliere speciale.
Di sicuro non sarà coinvolta Stefania Saccardi, assessore all’Agricoltura con delega alla caccia nella scorsa legislatura: nella prima seduta il consiglio regionale l’ha eletta presidente.
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