Nel video pubblicato sul canale YouTube di Caccia Magazine Marco Caimi spiega com’è fatto e come si sceglie un cannocchiale da battuta da impiegare nella caccia collettiva al cinghiale.
Oltre che col red dot, se si trova in un ambiente non granché denso di vegetazione e spara dai trenta-quaranta metri in su (dunque se sta alla posta, non con i cani) chi caccia il cinghiale in battuta e in braccata può equipaggiare la carabina anche con un cannocchiale specifico, caratterizzato da ingrandimenti ridotti (ovvio, variabili): è a questa tipologia d’ottiche che Marco Caimi dedica l’ultimo video pubblicato sul canale YouTube di Caccia Magazine.
La struttura di questi cannocchiali è diversa da quelli destinati alla caccia di selezione: manca, infatti, la campana anteriore, perché il diametro della lente frontale (si caccia di giorno, non all’alba o al tramonto, e con ingrandimenti ridotti) misura tra i 24 e i 28 millimetri, quasi quanto il tubo centrale, di solito 30.
Più che quelli massimi (arrivano a 4x, 6x, 8x, talvolta 10x) interessano gli ingrandimenti minimi: serve un 1x (qualche produttore propone anche una misura inferiore), fondamentale quando s’imbraccia la carabina per un tiro istintivo a distanze contenute. L’ingrandimento 1x è utile anche a valutare la qualità di un cannocchiale da battuta: traguardandolo con entrambi gli occhi aperti bisogna vedere un’immagine fedele, senza distorsioni.
Posto sul secondo piano focale (rimane delle stesse dimensioni anche se aumenta lo zoom), il reticolo dev’essere il più semplice possibile (a croce, oppure German 4A), senza riferimenti balistici per la compensazione, che complicano la visuale e rendono il tiro meno istintivo; è molto utile un punto rosso illuminato centrale.
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