La Federcaccia Toscana teme che la diffida sulla caccia alla pavoncella sia solo il primo atto del rapporto tra il mondo animalista-ambientalista e la nuova maggioranza che governa la Regione.
La diffida sulla caccia alla pavoncella rischia d’essere solo il primo fronte critico della legislatura regionale appena iniziata: la Federcaccia Toscana è convinta che il mondo animalista e ambientalista tenterà di far pressione sulla maggioranza e sulla giunta, che comprendono anche il Movimento 5 Stelle e l’alleanza Verdi-Sinistra, anche sul nuovo piano faunistico-venatorio; dunque è necessario «respingere sin da subito le strumentalizzazioni che mirano a riaprire tensioni e fratture in un percorso ormai consolidato».
Per il consiglio direttivo della Federcaccia Toscana l’approvazione del piano, «strumento fondamentale per dare avvio a una serie di scelte gestionali in campo faunistico e ambientale», è «urgente e non rinviabile»: la proposta, anche se ancora migliorabile, è «densa di contenuti qualificanti», che per vincere «le sfide sulla biodiversità» e intraprendere «una gestione responsabile della fauna selvatica» è necessario mantenere; non si può mettere in discussione l’impianto soltanto «per ragioni di visibilità politica e per le pressioni del fondamentalismo anticaccia».
Eugenio Giani, che ha tenuto per sé la delega alla caccia, resta al momento la figura di garanzia: la Federcaccia Toscana ha fiducia che la presidenza «saprà garantire un percorso equilibrato e rispettoso degli impegni assunti, in continuità con l’azione amministrativa consolidata negli ultimi anni».
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.
















