Enpa: alcol test per i cacciatori

Enpa alcol test per i cacciatori
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L’Enpa propone di sottoporre i cacciatori all’alcol test e di costringerli a rimborsare al Ssn le spese mediche sostenute per curarli da un infortunio a caccia.

Era passata sottotraccia, e forse era stato un bene o forse no, la proposta dell’Enpa, che prima che scadesse il termine per presentare gli emendamenti alla legge di bilancio aveva suggerito alle forze politiche di introdurre l’obbligo d’alcol test per i cacciatori sottoposti ai controlli delle guardie venatorie; le sanzioni, scrive l’Enpa, dovrebbero essere analoghe a quelle che il codice della strada prevede per la guida in stato d’ebbrezza.

Non è solo colore: l’obiettivo è ostacolare l’esercizio della caccia, o quantomeno infastidire i cacciatori, con ogni strumento possibile; vanno in questa direzione anche la proposta di obbligarli a vestire pettorine ad alta visibilità «con il numero di porto d’armi ben visibile» e di far indossare ai cani da caccia «coperture» dello stesso tipo (quantomeno senza numero), anche «antiproiettile» nel caso di braccata al cinghiale.

La proposta più grave però è l’ultima, quella che mette in discussione il principio d’universalità delle cure mediche e avvia un piano inclinato dagli esiti imprevedibili: per l’Enpa il cacciatore deve rimborsare al Servizio sanitario nazionale le spese sostenute per curarlo da un infortunio occorso a caccia.

È una proposta irrealizzabile, ma comunque grave: se si apre al principio secondo il quale chi se l’è cercata non ha diritto d’essere curato a spese della collettività, s’avvia un processo nel quale ciascuna componente della società e ciascuna forza politica saranno legittimate a definire il perimetro del cercarsela.

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