La Fondazione Una ha intervistato il deputato leghista Francesco Bruzzone, secondo il quale la riforma della legge sulla caccia è necessaria per allineare la normativa italiana a quella delle altre nazioni europee e garantire ai cacciatori «certezza del diritto».
Insieme alla necessità di adeguarsi a un contesto diverso da quello dei primi anni Novanta, sono tre le ragioni che secondo Francesco Bruzzone, deputato leghista intervistato dalla Fondazione Una (negli scorsi giorni s’era rivolta a Stefano Vaccari, del Partito democratico), rendono non più rimandabile la riforma della legge sulla caccia: bisogna potenziare gli interventi di riduzione dei danni che la fauna selvatica provoca all’agricoltura, allineare la normativa italiana a quella delle altre nazioni del bacino europeo mediterraneo, dare ai cacciatori «certezza del diritto».
Bruzzone ricorda che i cacciatori hanno un ruolo cruciale nel difendere la biodiversità: l’ambiente abbandonato a sé stesso («la parcomania indiscriminata lo ha dimostrato») si degrada, l’intervento umano è necessario per mantenere l’equilibrio faunistico e migliorare l’habitat naturale.
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