Christian Maffei, presidente nazionale dell’Arcicaccia, ha scritto ai vertici e agli uffici della Regione Abruzzo contestando due situazioni che coinvolgono gli Atc L’Aquila e Vomano.
Una su un immobile, l’altra sull’assegnazione delle zone alle squadre di caccia al cinghiale: sono due, distinte, le lettere che nella veste di commissario locale Christian Maffei, presidente nazionale dell’Arcicaccia, ha inviato alla Regione Abruzzo, per chiedere ai suoi uffici un intervento rapido.
La prima questione riguarda l’Atc L’Aquila, che – si legge – ha spostato la propria sede all’interno di un immobile di proprietà della Federcaccia: questa situazione a Maffei pare «di una gravità inaudita», tanto più se si considera che «l’Atc paga un corrispettivo per esternalizzare servizi amministrativi a personale della stessa Federcaccia».
Per Maffei, al di là di ogni possibile danno erariale che eventualmente dovrà valutare la Corte dei conti, si tratta di una scelta quantomeno inopportuna, considerato che «il comitato di gestione dell’Atc è composto anche (soprattutto) da [esponenti] della stessa Federcaccia», in competizione «con le altre associazioni [per] la rappresentanza dei cacciatori sul territorio», e che non ci si deve dimenticare che chi gestisce questioni pubbliche «ha il dovere di rispettare [i criteri] di terzietà ed equidistanza».
Con la seconda lettera Maffei segnala che da tre anni l’Atc Vomano «sta impedendo» a una squadra di caccia al cinghiale, la Lotaresco 2006, di poter cacciare nella zona che le spetta, già identificata dal Tar per la stagione 2023/24: l’Arcicaccia chiede alla Regione di valutare il commissariamento del comitato di gestione dell’Atc, ipotesi peraltro già ventilata nello scorso luglio qualora l’inadempienza si fosse protratta.
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