Il presidente nazionale Massimo Buconi ha annunciato che la Federcaccia si costituirà parte civile nel processo per il bracconaggio di un ibis eremita.
Per tutelare i cacciatori italiani ritiene necessario «marcare nettamente la contrapposizione tra caccia e bracconaggio»: pertanto la Federcaccia ha deciso di costituirsi parte civile nel processo che verte sull’abbattimento di un ibis eremita in provincia di Sondrio.
Lo ha annunciato il presidente nazionale Massimo Buconi, ricordando che da anni è attivo un progetto europeo di recupero e salvaguardia della specie – peraltro, in particolare nelle fasi iniziali, la Federcaccia ci ha partecipato attivamente, anche con finanziamenti diretti.
In questo modo, spiega Buconi, la Federcaccia intende dimostrare che la tutela della biodiversità sta a cuore ai cacciatori italiani anche quando si discute di specie non cacciabili.
«L’abbattimento di un ibis eremita è un gesto insensato e immotivato» si legge nella nota della Federcaccia «e non può avere alcuna giustificazione; oltre [a provocare] un grave danno naturalistico nei confronti di una specie oggetto di uno sforzo importante per essere salvata dall’estinzione, espone i cacciatori italiani alla condanna della società internazionale, fornendo ai nostri avversari e detrattori elementi ulteriori per presentarci come un male da eliminare».
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