Federcaccia, Libera Caccia e Cpts avevano chiesto alle altre associazioni che rappresentano sia i cacciatori sia gli agricoltori di unirsi a loro per difendere il calendario venatorio della Sardegna dal ricorso presentato dall’associazione Earth; scarsa al momento l’adesione.
Anche se si discute di specie «di scarso [rilievo] venatorio», si tocca un interesse collettivo: pertanto Federcaccia, Libera Caccia e Cpts avevano proposto alle altre associazioni che rappresentano sia i cacciatori sia gli agricoltori di fare fronte comune e resistere insieme al ricorso col quale l’associazione Earth ha chiesto al Tar di modificare il calendario venatorio della Sardegna e di impedire la caccia alla cornacchia grigia nella prima decade di febbraio, e alla gazza e alla ghiandaia nella seconda metà di gennaio.
La risposta non è stata entusiasmante: a venti giorni dall’appello, che intende difendere un calendario «approvato anche per [tutelare le coltivazioni] e contenere i rischi legati alla febbre West Nile»), solo tre delle altre associazioni venatorie che operano in Sardegna («Eps, Italcaccia, Orione») hanno manifestato disponibilità concreta a unirsi; dagli agricoltori non è arrivata alcuna adesione.
Dunque, augurandosi che la giunta regionale «si costituisca in giudizio in difesa del calendario venatorio», insieme a Libera Caccia e Cpts la Federcaccia deciderà «se e come proseguire questa battaglia», convinta che «solo con unità, responsabilità e concretezza sarà possibile continuare a difendere la caccia e il ruolo dei cacciatori nel territorio» regionale.
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