Giovanni Filippini, commissario straordinario alla peste suina africana, ha firmato l’ordinanza 5/25, con la quale definisce le linee guida per evitare che l’epidemia si diffonda in Toscana.
All’interno della zona di restrizione I che ricade nel territorio della Toscana, in ogni unità di gestione alla girata potranno prendere parte venti persone anziché quindici (sempre tre i cani): lo prevede l’ordinanza 5/25 firmata nelle scorse ore da Giovanni Filippini, il commissario straordinario alla peste suina africana, che esclude la possibilità di girate in parallelo con altre squadre che operano nel medesimo territorio.
L’attività di depopolamento, secondo passaggio, s’estende anche, «con qualunque tecnica […] e senza ulteriori limitazioni», alle aree protette, agli istituti di protezione della fauna, ai siti della rete Natura 2000 e agli istituti faunistici; in caso d’inadempienza dei gestori (è previsto un rendiconto mensile), il commissario straordinario si servirà del potere sostitutivo per autorizzare «gli interventi di controllo e di depopolamento del cinghiale», dei quali incaricherà «ditte specializzate, la polizia provinciale e, senza ulteriori obblighi formativi, operatori abilitati al controllo faunistico».
L’ordinanza inoltre dispone di potenziare l’impiego dei cani molecolari dell’Enci, per rendere più efficace la ricerca delle carcasse infette, e sollecita l’amministrazione regionale a favorire la costruzione di barriere («recinzioni o altre strutture temporanee e amovibili idonee al contenimento dei cinghiali») lungo l’asse ferroviario che unisce Viareggio, Lucca, Pistoia, Porretta e Bologna; si prevede un’estensione di 136 chilometri.
La motivazione dell’ordinanza sta nell’andamento dell’epidemia, che dal cluster nord-occidentale si sta espandendo verso la Toscana: è necessario intervenire in modo incisivo, per evitare che il virus «dilaghi verso sud in tutta l’Italia peninsulare».
Scopri le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.
