Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, commenta con soddisfazione l’approvazione della legge che rimodula le restrizioni alla caccia e riduce i divieti in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie.
In alcuni ambienti «si griderà ancora una volta alla deregulation», ma in realtà nella nuova formulazione l’articolo 21 della legge 157/92 «prevede una disciplina adeguata», grazie alla quale diventa più facile «gestire la fauna selvatica»: così Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, saluta l’approvazione definitiva del ddl montagna, che una volta incorporato l’emendamento Bruzzone rimodula le restrizioni alla caccia e riduce i divieti in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie.
Buconi segnala che le direttive europee impongono («giustamente») ai Paesi membri di proteggere le principali rotte di migrazione dell’avifauna; ma un’interpretazione «del tutto italiana, estremizzata», aveva tradotto la tutela in divieto assoluto di caccia; per la Federcaccia, in attesa degli eventuali prossimi sviluppi legislativi, questo primo intervento «riporta un po’ di normalità» in un contesto che ora, con l’istituzione di zone di protezione speciale in prossimità dei valichi individuati dal governo, potrà prevedere sistemi di protezione differenziati «a seconda dei luoghi e delle specie».
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