Nel corso dell’esame della riforma della legge 157/92 il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento finalizzato a vietare l’uso dei richiami vivi e la caccia da appostamento fisso.
Oltre che proponendo di alzare l’età minima e di accorciare la validità della licenza di porto d’armi, il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle al Senato cerca di ostacolare l’esercizio della caccia anche con un altro del migliaio d’emendamenti formulati nel corso dell’esame della riforma promossa dal centrodestra: quello contrassegnato col codice 5.8 (lo firmano Gisella Naturale, Dolores Bevilacqua e Sabrina Licheri) suggerisce di vietare, anziché normare com’è ora, sia l’allevamento, sia la vendita, sia la detenzione di uccelli che appartengono alle specie cacciabili, sia il loro uso in funzione di richiami vivi.
Nelle intenzioni del Movimento 5 Stelle i richiami detenuti al momento dell’approvazione della legge finiranno ai centri di recupero per la fauna selvatica, «che provvederanno alla loro custodia e, qualora ne sussistano le condizioni, alla liberazione in natura».
In parallelo, il Movimento 5 Stelle intende vietare la caccia da appostamento fisso; le Regioni, propone, avranno sei mesi per «individuare e demolire gli appostamenti esistenti e ripristinare lo stato originario dei luoghi».
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