Il Tar ha respinto il ricorso sul calendario venatorio delle Marche: salve la preapertura e l’apertura generale al 17 settembre.
Preapertura salva a tutte e nove le specie inserite nel calendario venatorio delle Marche: il Tar ha infatti respinto (decreto 188/2023) il ricorso di Wwf, Lipu, Lac, Lav ed Enpa che chiedevano di escludere alzavola, germano reale, marzaiola, specie per le quali la giunta ha previsto cinque giornate (2, 3, 6, 9 e 10 settembre), e quaglia (13 settembre); fa la medesima fine la richiesta di posticipare l’apertura della caccia a turdidi e acquatici, rimasta fissata al 17 settembre.
Nel decreto firmato da Renata Emma Ianigro, presidente della seconda sezione del Tar, si legge che le associazioni di protezione ambientale hanno sollevato censure analoghe a quelle già respinte lo scorso inverno con una decisione contro cui non hanno presentato appello; non vi sono dunque ragioni per cambiare orientamento, visto che s’è già sancita la compatibilità tra l’apertura generale alla terza domenica di settembre e la fine teorica della fase riproduttiva, «tenendo anche conto della possibilità di prevedere una sovrapposizione di decadi» secondo quanto consentito dalla Direttiva uccelli; e, perlomeno in prima battuta, la preapertura appare adeguatamente motivata rispetto al parere Ispra.
Nella camera di consiglio del 21 settembre si discuterà sia del merito del calendario sia dell’eventuale obbligo di localizzare le zone umide non stabili; sarà la prima volta in cui in tribunale s’avrà a che fare con la circolare del governo Meloni che, a differenza di quanto previsto dalla normativa comunitaria, non ha vietato l’impiego delle munizioni in piombo in quelle che definisce «aree idriche effimere».
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