Yildiz Spz-M calibro .410: il test a caccia

Yildiz Spz-M calibro .410 il test a caccia
© Simone Bertini

Sovrapposto di produzione turca declinato nel piccolo calibro 36 magnum, o .410, l’Yildiz Spz-M s’è rivelato un fucile eccellente per la caccia ai tordi da appostamento.

Grazie all’armeria Pratali di Navacchio (Pi), nella scorsa stagione sono riuscito a portare al capanno e provare a caccia di tordi il fucile sovrapposto Yildiz Spz-M in calibro .410 (avete letto la presentazione e il test del modello Spz-Sm calibro 28?)

L’Yildiz Spz-M calibro 36 magnum si fa apprezzare per le sue forme minute ma non esageratamente ridotte e per il suo peso contenuto. Come per i fratelli maggiori, la bascula in Ergal 7075 è incisa a laser con soggetti venatori; le starne in volo raffigurate sui due lati di bascula lasciano qualche dubbio sulla reale destinazione d’uso, ma non fanno gridare allo scandalo in quanto a qualità. Sul petto di bascula è invece raffigurato un cane con in bocca un maschio di starna; l’incisore si è un poco lasciato prendere la mano nell’espressione spiritata. Completano il tutto alcuni decori ornamentali sotto forma di gradevoli fregi sparsi qua e là e le solite scritte che indicano il nome del produttore.

Tutta la minuteria è nella stessa finitura chiara della bascula; a un attento esame non si riscontrano anomalie o imprecisioni, sbavature del metallo o rugosità. Nella zona della codetta di bascula, la chiave è di proporzioni corrette (decisamente antiestetico il decoro a floreale-circolare apposto sulla testa); la palmetta è munita di zigrinatura ampia, per un facile appoggio della falange del pollice durante l’apertura del basculante. Il cursore della sicura incorpora il comando per l’inversione della catena di scatto; quando s’aziona il cursore sino a evidenziare la S di colore verde, significa che l’arma è in sicurezza; quando s’evidenzia un pallino di colore rosso, significa che l’arma è pronta al fuoco.

Non vi sono indicazioni sulla canna selezionata; quando il cursore è leggermente decentrato a destra spara per prima la canna inferiore, quando è leggermente decentrato a sinistra spara per prima la canna superiore. Il ponticello risulta piuttosto ampio e confortevole nell’accesso anche con dita protette da guanti; la pala del monogrillo selettivo appare ben conformata e munita di una comoda curvatura per la falange del dito deputato all’azionamento.

Legno di qualità

Una nota indubbiamente positiva è quella relativa alla calciatura. Il legno di noce che equipaggia l’Yildiz Spz-M è un gradino sopra la media, cosa piuttosto difficile anche solo da immaginare per un fucile entry-level. È Un caldo legno di noce finito a olio, dalle buone venature e dall’ottima grana. In compenso il calciolo è in plastica, di aspetto economico: fa tanto anni Settanta, ma trova ragione di essere nell’economia complessiva dell’arma.

Si ritorna in alto con il giudizio sull’astina, ben rifinita, con un vezzoso becco d’oca che male non fa. Interessante, pur se semplificato, il lungo auget che sgancia l’astina dal suo vincolo con le canne. L’impugnatura è a pistola, scelta condivisibile, anche se avrei visto bene anche un principe di Galles o un calcio all’inglese. In ogni caso la foggia è piuttosto aperta e l’ingombro è minimo. La zigrinatura è laserata con forme decisamente classiche, grippante il giusto.

Yildiz Spz-M: semplice e razionale

L’Yildiz Spz-M presenta una chiusura che ricalca quella tradizionale gardonese: il robusto tassello basso s’impegna sui ramponi del monoblocco, non passante il fondo di bascula. È tutto sotto controllo anche nella delicata zona interna della bascula, dove si nota anche la piastrina d’irrobustimento in acciaio sulla faccia di bascula, in corrispondenza delle sedi dei percussori; antiestetica la vite a croce che trattiene la piastrina in oggetto. Ben evidente la grande slitta centrale deputata al caricamento dei cani sotto l’azione del dente metallico dell’astina all’apertura del fucile. Corretto lo sforzo per aprire il basculante, ampio lo spazio per l’introduzione delle cartucce.

Il monoblocco è semplice, non finito a bastoncino ma ben realizzato; gli estrattori sono manuali, e per un’arma destinata alla caccia non è un difetto. Realizzate in acciaio 4140, sull’esemplare in prova le canne sono lunghe 710 millimetri; sono cromate internamente e non presentano i bindellini laterali, per una maggior leggerezza complessiva (ovviamente le canne sono unite in volata e nei pressi del monobloc). Il peso si attesta ben al di sotto dei 2.500 grammi: fornisce una sensazione di leggerezza, ma nel contempo di controllabilità. La bindella superiore è zigrinata, ventilata a ponticelli larghi, e termina con un semplice mirino puntiforme in ottone.

Il fucile è dotato di un set di cinque strozzatori, di piccole dimensioni non soltanto come calibro ma anche come lunghezza (4 centimetri circa). La chiave per il montaggio e lo smontaggio è realizzata in metallo, di una foggia semplice, ma robusta.

La dotazione è minimale; ma non manca il necessario, compreso un foglio con le istruzioni in italiano per smontare e assemblare l’arma e su come utilizzare gli strozzatori. C’è anche il piccolo certificato che accompagna sempre i prodotti della Yildiz, con la sigla dell’addetto. I turchi stanno migliorando, passo dopo passo.

Yildiz Spz-M calibro .410: la gallery fotografica

L’Yildiz Spz-M calibro .410 a caccia di tordi al capanno

Ho deciso di portare l’Yildiz Spz-M calibro .410 in una mattinata di caccia ai tordi al capanno. Quando la campagna comincia ad animarsi, il primo tordo salta su una frasca più scoperta: posiziono il mirino, miro alle zampe del selvatico posato e lo sparo attutito della mia cartuccia silenziata si spegne quasi immediatamente. Bene, abbiamo iniziato bene. Cambio cartuccia (strozzatore *** in prima canna) e attendo. Qualche altra occasione di tiro si palesa, ma il passo latita e devo ovviamente concedere il favore del tiro anche al mio accompagnatore Paolo Guerrucci.

Sopra l’appostamento transitano begli stormi di colombacci, obiettivamente tropo alti anche soltanto per insidiarli con il pensiero; ma uno zirlo rabbioso dei richiami mi fa riportare lo sguardo in un altro spicchio di cielo. Pochi attimi e tre tordi in picchiata si dirigono verso di noi. Si posano tutti e tre, ma distanti fra di loro. Io e Paolo ci accordiamo con un sussurro e i primi due uccelli cadono senza neppure accorgersene. Il terzo vola via di gran carriera alla mia sinistra, in un disperato tentativo di fuga; ma la cartuccia da 19 grammi di piombo del 7,5 (strozzatore *) lo ferma a circa 25 metri. Sono soddisfatto: l’Yildiz Spz-M si maneggia bene e la fucilata appare condotta con ottima funzionalità sul bersaglio. Non posso inoltre fare a meno di rimarcare come il rinculo sia pressoché assente.

Una giornata soddisfacente

Quando il passo dei tordi s’è esaurito, non resta che sperare in qualche solitario migratore di passaggio da una campagna all’altra. Il boschetto che abbiamo di fianco ci aiuta a confidare e i richiami ci avvisano che un uccello sta transitando nei paraggi. Ci voltiamo e vediamo un tordo in linea retta a debita distanza. Sposto il selettore sulla seconda canna, miro, anticipo e sparo. Niente da fare, non l’ho preso. In compenso il tordo bottaccio con due o tre aperture d’ali si butta in picchiata verso l’appostamento, vanificando l’intervento di Paolo pronto a fare da buffer con un calibro 12. La situazione si è resa perfetta per lo sparo della prima canna con la silenziata, cosa che faccio subito. Risultato? Tordo registrato nel tesserino venatorio.

L’Yildiz Spz-M è un fucile onesto, nato per la caccia e dalla resa certamente soddisfacente: quasi ogni selvatico può essere insidiato con (quasi) tutti i calibri a disposizione; la differenza la fanno le condizioni d’uso, le distanze e la ragionevolezza.

La Paganini ha fissato il prezzo a 692 euro. Nessuna paura se all’inizio i risultati non saranno quelli auspicati e desiderati; ma il fucile ha sostanza tale da poter concedere il diritto di replica al cacciatore. Ok, alcuni dettagli non piacciono sino in fondo e sembrano stridere con le nostre abitudini. Va bene, qualche ruvidezza qua e là e qualche punto di saldatura abbondante l’ho pure riscontrata; ma l’Yildiz Spz-M compensa ampiamente con il prezzo e le restanti qualità questi piccoli difetti, che non influiscono minimamente sul risultato finale.

Yildiz Spz-M: la scheda tecnica

  • Produttore: Yildiz Silah Sanayi (Turchia)
  • Distributore: Paganini, corso Trapani 59, 10139 Torino, mail@paganini.it
  • Calibro: .410 (36/76)
  • Camera di cartuccia: 76 mm (3”)
  • Tipologia d’arma: fucile sovrapposto da caccia
  • Sistema di chiusura: a tassello basso su ramponi non passanti il fondo di bascula
  • Bascula: in Ergal 7075 con finitura nichelata e incisioni con volute ornamentali e scene di caccia
  • Canne: in acciaio 4140
  • Lunghezza canne: 71 cm (28”)
  • Grilletto: monogrilletto selettivo
  • Strozzatori: interni, da 4 centimetri di lunghezza (cinque in dotazione: Cylinder; Improved cylinder; Modified; Improved full; Full)
  • Bindella: da 7 mm, rabescata antiriflesso e ventilata a ponticelli stretti
  • Mirino: sferico in ottone
  • Sicura: a cursore sulla codetta con comando per l’inversione dei cani
  • Calciatura: in legno di noce turco di piacevole gradazione; calciolo in bachelite; astina a becco d’anatra con sgancio ad auget
  • Peso: 2.450 g
  • Prezzo: 692 euro

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